La Gelmini cancella la Resistenza dai programmi ministeriali
Resistenza, Liberazione, Antifascismo: tutto un pezzo della nostra storia, che nei programmi di storia che si studieranno nei licei dal prossimo anno scolastico è stato semplicemente dimenticato, o meglio, depennato, bandito.
La nuova articolazione dei programmi, spigano dal ministero all'istruzione, si è resa necessaria vista la troppa mole del programma di quinta e la difficoltà per moltissime classi di arrivare a studiare quantomeno la II Guerra Mondiale: ecco perchè la commissione per la storia, presieduta da Sergio Belardinelli, ha deciso di dedicare l'intero ultimo anno allo studio del Novecento.
Andando però a spulciare le indicazioni date dal ministero sui temi fondamentali, si legge che "non potranno essere tralasciati i seguenti nodi tematici": si citano nazismo, shoah (con la clausola di parlare però anche degli altri genocidi del XX secolo), guerra mondiale, guerra fredda, Onu e Italia repubblicana, ma non vi è nessun accenno a Resistenza, antifascismo e guerra di liberazione.
I primi (e fino ad ora gli unici) a sollevare il problema e a schierarsi in aperto contrasto con la decisione del ministro Mariastella Gelmini, sono i partigiani dell'Anpi, la cui scelta e la cui storia rischia di essere liquidata in poche righe: "è un grave errore, una vergogna".
Da qui l'appello a mobilitarsi, a far sentire la propria voce, anche sul forum dell'Indire, aperto fino al 22 aprile al dibattito sui programmi ministeriali, non ancora definitivi.
La decisione del ministro, che meno di un mese fa ha addirittura incontrato a Verona una delegazione dell'organizzazione neofascista Blocco Studentesco, opera di fatto un ulteriore passo in avanti rispetto al revisionismo e a chi vorrebbe riscrivere parte della storia italiana, equiparando partigiani e repubblichini, verso la cancellazione, verso il negazionismo.
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